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Anna Meda: Dalla carriera lineare alla vita circolare

⚡️ In breve

Nome:
Anna Meda
Settore:
Sostenibilità ambientale
Di cosa si occupa:
Storie SfuseTerralab, formazione
Anno di inizio:
2019

L’economia circolare è il modello economico che mira a minimizzare lo spreco delle risorse e a massimizzare l’efficienza nell’uso delle materie disponibili.

Questo approccio si basa sull’idea di ridurre, riutilizzare, riciclare e riparare i prodotti e i materiali esistenti per estendere il loro ciclo di vita e ridurre l’impatto ambientale.

L’Italia è il paese europeo in cui l’economia circolare funziona meglio.

Lo stabilisce il report di Circular Economy Network, che spiega come l’economia circolare nel nostro paese goda di buona salute perchè consumiamo meno materie prime e siamo più bravi a riutilizzarle e riciclarle rispetto agli altri stati dell’UE.

 

Ma per rendere la nostra economia realmente circolare è necessario ripensare gli attuali prodotti, servizi e sistemi – e progettarne di nuovi – sulla base di principi che puntano ad azzerare gli sprechi, come la durevolezza, la facilità di riparazione e l’utilizzo di materiali sostenibili.

“La prima volta che ho sentito parlare di economia circolare ho pensato: perché non stiamo tutti già facendo questa cosa?”

È quello che ci ha raccontato Anna Meda, co-fondatrice di Storie Sfuse ed esperta di design e sostenibilità ambientale, durante la nostra intervista per Relevant Stories.

Chi è Anna Meda

Anna ha 31 anni, vive tra Monza e Milano ed è appassionata di design, sostenibilità ambientale e economia circolare. Dopo aver conseguito una laurea in Product, Service, System Design presso il Politecnico di Milano, ha iniziato a lavorare nel settore della consulenza, seguendo progetti di change management e service design per grandi aziende multinazionali. Nell’ultimo anno, Anna ha cambiato i suoi piani, riuscendo a dedicare la sua carriera completamente ai temi della sostenibilità ambientale.

Cos'è Storie Sfuse

Storie Sfuse è un progetto di divulgazione sulle tematiche della sostenibilità ambientale nato nel 2019 come magazine fotografico su Instagram, dall’idea di Anna e un gruppo di amiche.

Oggi Storie Sfuse è gestito unicamente da Anna, ha assunto un taglio meno editoriale e più personale e costituisce un importante canale di sensibilizzazione sui temi legati alla tutela dell’ambiente e all’economia circolare.

Come ha avviato Storie Sfuse

Anna e le sue amiche hanno iniziato Storie Sfuse come un progetto parallelo alle loro occupazioni principali. Il percorso per dare vita a questo progetto è stato caratterizzato da diverse fasi chiave:

  • Concepimento dell’idea: l’idea di creare Storie Sfuse è nata dopo il ritorno di Anna da uno stage curriculare a Shanghai. L’obiettivo iniziale era quello di creare un magazine fotografico focalizzato sulla sostenibilità ambientale, con particolare attenzione all’utilizzo creativo della plastica monouso.

  • Lancio di una pagina Instagram: per portare l’idea alla realtà, Anna e le sue amiche hanno deciso di aprire una pagina Instagram dedicata a Storie Sfuse. Questa è stata una scelta strategica in quanto Instagram è un canale efficace per la condivisione di contenuti visivi, che era in linea con la natura del progetto. Hanno iniziato a creare un piano editoriale per condividere post e storie legati alla sostenibilità.

  • Brainstorming per il nome: la scelta del nome è un passaggio importante per qualsiasi progetto. Anna e le sue amiche hanno dedicato tempo a un brainstorming per selezionare un nome che ne catturasse l’essenza. Storie Sfuse è emerso come la scelta vincente.

  • Gestione iniziale: nel corso delle prime fasi, Storie Sfuse è stato gestito come un progetto parallelo alle occupazioni principali delle co-fondatrici. Questo significava che dovevano bilanciare il lavoro a tempo pieno con l’impegno per il progetto. Tuttavia, la passione e l’entusiasmo per la sostenibilità hanno spinto il gruppo a portare avanti il progetto nonostante le sfide.

  • Progressiva crescita ed evoluzione: nel corso del tempo, la pagina Instagram di Storie Sfuse è cresciuta e ha maturato il suo stile. La pagina è passata da un approccio più editoriale a un tono più personale. Questo cambiamento ha contribuito a creare un legame più forte tra Anna, che oggi se ne occupa da sola, e il suo pubblico, rendendo il progetto ancora più coinvolgente.

Come ha fatto a lasciare il lavoro

Dopo cinque anni di lavoro in consulenza, Anna ha sentito la necessità di cambiare la sua vita e concentrarsi completamente sulla promozione della sostenibilità ambientale. Tuttavia, fare un salto nel vuoto non era un’opzione per lei. Anna ha cercato alternative che le consentissero di coprire le spese e avere più tempo per dedicarsi all’attività di sensibilizzazione e formazione sulla sostenibilità. Ha trovato due opportunità: l’insegnamento di un corso di Introduzione alla sostenibilità e un corso di Metodologie per lo sviluppo di progetti in un istituto professionale. Accettando queste opportunità, Anna ha poi dato le dimissioni e ha dato il via al suo cambio di vita. 

Di cosa si occupa oggi

Oggi, Anna è un punto di riferimento nell’ambito della sostenibilità ambientale. La sua pagina Instagram Storie Sfuse conta più di 21 mila follower e nel corso dell’ultimo anno, ha iniziato a stabilire collaborazioni, affidando a un’agenzia la gestione delle richieste e dei rapporti con i brand. Anche se al momento non rappresenta la sua principale fonte di guadagno, questa pagina è un canale di valore per l a sua attività di divulgazione sulla sostenibilità.  Anna ha stretto anche una collaborazione stabile con Terralab, un’associazione di tutela ambientale nata a Milano. Questa associazione promuove stili di vita sostenibili attraverso diverse attività come progetti educativi, workshop, podcast, attività aziendali e tour organizzati.

Consigli per intraprendere un percorso simile

Il percorso di Anna è un esempio di come si possa costruire la propria carriera intorno alla propria vocazione. Con determinazione, impegno e un approccio graduale, Anna sta contribuendo a un futuro più sostenibile per il nostro pianeta.

 Ecco alcuni consigli per coloro che vogliono intraprendere un percorso simile:

  1. Ascoltarsi e ascoltare i feedback delle persone che ci circondano: imparare a interpretare le proprie sensazioni e dare fiducia al parere di chi ci conosce può aiutarci a capire se siamo sulla giusta strada o se c’è bisogno di un cambiamento.

  2. Dare spazio alla propria multi potenzialità: non spaventarsi di fronte alla sfida di rendere il percorso lavorativo meno lineare, ma dare spazio alle proprie inclinazioni, sperimentare fino a trovare il ventaglio di cose in cui riusciamo e che ci valorizzano.

  3. Identificare un argomento che ci sta a cuore: scegliere un’area di interesse che ci appassiona profondamente è fondamentale per avere lo slancio di procedere con costanza e determinazione anche nei momenti in cui le soddisfazione attese tardano ad arrivare.

  4. Trovare delle alternative all’attuale lavoro: fare un salto nel vuoto non è sempre possibile. L’opzione più sicura è quella di cercare opportunità di lavoro alternative e in linea con lo stile di vita che desideriamo abbracciare mentre siamo ancora occupati con il nostro impiego principale. Una volta trovate, comunicare le dimissioni sarà più facile e potremo dedicarci ai nostri progetti alternativi con maggiore serenità e stabilità economica.

  5. Inserirsi nel giusto contesto: entrare in contatto con altre persone e realtà che ruotano attorno ai temi di nostro interesse è uno step necessario per lasciarci contaminare, creare nuove opportunità e dare maggiore solidità al nostro progetto.

La risorsa rilevante

Conosci persone con una storia simile a questa? Segnalacele qui e proveremo a intervistarle.

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